Sri Lanka, giorno 8: Trincomalee

Trincomalee, sulla costa nord-orientale dello Sri Lanka, รจ celebre per le sue spiagge da cartolina, come Uppuveli e Nilaveli, perfette per rilassarsi, fare snorkeling e immersioni, soprattutto attorno a Pigeon Island.

L’atmosfera della serata era giร  chiara dalle peripezie con le birrette e il secchiello del ghiaccio: aria di festa in spiaggia, piedi nudi, cocktail in mano e musica truzza. Cosรฌ, ci eravamo messi tutti in tiro, e nemmeno le enormi porzioni di seafood kottu servite dal ristorante sul mare avevano potuto fermarci.


Il Fernando's Bar รจ un'istituzione sulla spiaggia di Uppuveli. รˆ uno di quei posti che ti fanno sentire subito in vacanza: un bar sulla sabbia, tutto in legno, illuminato da lanterne, perfetto per chillare durante il giorno e fare festa alla sera, quando si anima di viaggiatori che si mescolano con i locali. La serata diventa memorabile non solo grazie alle abilitร  ormai comprovate dei dj locali, ma anche per l’incontro con un gruppo di modenesi, che inevitabilmente porta a una serie di shottini.

"Abbiamo scoperto che se prendi il gin tonic ti fanno pagare separatamente il gin e la tonica. Quindi ora facciamo cosรฌ: due gin e una tonica sola da dividerci!"
"Per risparmiare... Cosa, trenta centesimi?"
"Proprio cosรฌ"
"Geniale. E quanti ne avete giร  bevuti, Barbie Alta Finanza?"

La risposta, ovviamente, era "innumerevoli" e la serata non era ancora finita. Saremmo rimasti in pochi superstiti, pronti a chiudere Fernando’s e spostarci a fumare le ultime sigarette con i piedi nella piscina, mentre il cielo iniziava a schiarirsi.


Svegliarsi pochissime ore dopo รจ drammatico. Una doccia fredda non basta a resuscitarmi, fa caldissimo, e la sabbia scotta implacabile sotto le mie piante dei piedi, ancora ustionato dai templi di Anuradhapura. Gli altri eroi con cui ho fatto chiusura sono verdi in faccia proprio come me: tutti e cinque, raccogliamo il nostro disagio e chiamiamo un tuk tuk per recarci a un diving center raggiungibile anche a piedi, ma non da noi.

Lรฌ ci aspettano due barchette pronte per portarci a Pigeon Island per un pomeriggio di snorkeling, ma prima il solito caos per trovare le pinne della misura giusta e una maschera in cui ipoteticamente non piova dentro tra quelle a noleggio.

"Ma voi pensavate di usare anche il boccaglio?"
"Sรฌ, sennรฒ รจ scomodo"
"Ma sarร  stato pulito?"
"Ragazze, abbiamo tutte messo in bocca cose ben peggiori!"

Pigeon Island prende il nome dai piccioni selvatici che la popolano, ma รจ soprattutto un paradiso per gli amanti dello snorkeling e delle immersioni. L'isola รจ divisa in due parti: una piรน grande, circondata dalla barriera corallina, e una piรน piccola, dove si possono avvistare tartarughe marine e squali pinna nera, che, per la cronaca, sono molto piรน innocui di quanto sembri.

L'acqua รจ turchese e limpida, ma noi purtroppo non abbiamo la fortuna di avvistare niente di tutto ciรฒ. La sensazione di trovarsi su una piccola isola deserta, a dormicchiare a prua sotto il sole con il mare cristallino tutt’intorno e rimpinzandosi di biscottini al cocco, รจ comunque impagabile.

Il momento clou della giornata rimane tuttavia il ritorno, quando arriviamo di fronte alla spiaggia e il nostro barcaiolo si ferma e raccomanda piรน volte di tenersi forte. Dopo aver avvisato per la quinta volta, riaccende la barca e punta la spiaggia a tutta velocitร , come se si volesse schiantare tra le palme: a Trincomalee si parcheggia cosรฌ. 

Stiamo ancora ridendo con le pinne in mano, quando arriva a parcheggiarsi l'altra barchetta, che per poco non ci travolge, lasciando tutti gli altri piรน o meno contusi. L'altro barcaiolo, meno apprensivo, ha fatto la sua manovra senza avvisare nessuno, il risultato sono lividi e ginocchia sbucciate. Non posso nemmeno dire che รจ stato divertente, perchรฉ bisogna correre in un ristorante e cercare di spiegare che ci serve del ghiaccio.
Tanto ghiaccio.





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