La sveglia suona implacabile, e alle 6:30 siamo già sul binario, assonnati ma pronti per salire sul leggendario treno rosso che ci porterà dritti al Rot Fai Market, il mercato sulla ferrovia. Fuori dal finestrino scorre il verde esplosivo della campagna thailandende interrotto dalle risaie luccicanti. Nell’acqua immobile, un varano fa capolino, come a darci il benvenuto.
Poi, all’improvviso, eccolo: il mercato. Sopra di noi, il tetto di lamiera sembra quasi stringersi mentre il treno si insinua tra le bancarelle. È un tripudio di colori e movimento: i venditori spostano appena i loro ombrelloni e le merci, lasciandoci passare in uno spazio che sembra ridotto al millimetro. Affacciandoci dai finestrini, le cassette di frutta sono così vicine che potremmo allungare una mano per controllare se il mango è maturo.
Una volta scesi, ci immergiamo nel cuore del mercato e dei vicoli circostanti. Qui tutto è un mix di profumi e suoni: spezie, street food fumante, voci che si accavallano. Tra un assaggio e l’altro, non resisto a qualche acquisto d’ordinanza: una calamita rigorosamente kitsch, un paio di pantaloncini di raso da Muay Thai decisamente tamarri, e un caffè ghiacciato che mi salva dall’umidità soffocante.
Prima di ripartire, ci fermiamo a osservare la scena da una nuova prospettiva: il treno che si rimette in moto, le bancarelle che tornano a chiudersi, la gente che riprende a comprare e vendere come se niente fosse successo.
Dopo il mercato sulla ferrovia, ci spostiamo verso la prossima tappa: Baan Tao Thai Derm, una casa tradizionale thailandese in legno restaurata con cura e aperta al pubblico dal proprietario. L’atmosfera è intima, un po’ turistica forse, ma decisamente accogliente. Qui ci prendiamo una pausa sotto l’ombra rilassante delle palme, sorseggiando un caffè e curiosando tra cavigliere tintinnanti e piccoli souvenir. Ma il vero protagonista è il cocco: qui puoi scoprire i segreti della sua lavorazione e magari assaggiare qualche delizia artigianale.
Ritemprati, è il momento di avventurarsi sulle acque. Ci dividiamo su un paio di long-tail boat, le barche tipiche del luogo con motori recuperati da vecchi camion, pronte a portarci alla scoperta della campagna di Damnoen Saduak e dei suoi canali, dove sorge il mercato galleggiante più famoso della Thailandia. E poi c’è lui, il nostro barcaiolo: una versione thailandese di Vasco Rossi, con tanto di mullet brizzolato, occhialoni e carisma da vendere. È arrivato sgasando lungo il canale, il motore che rombava come se fosse su un circuito, e non ho avuto dubbi: dovevo salire proprio sulla sua barca.
Dopo aver divorato quello che si rivelerà il miglior fried rice di tutta la vacanza, torniamo in città per visitare il Palazzo Reale e il complesso dei templi. Situato nel cuore pulsante di Bangkok, sulle rive del fiume Chao Phraya, questo luogo è stato il fulcro della monarchia thailandese dal 1782 fino alla metà del XX secolo. Oggi non è più la residenza ufficiale, ma resta il palcoscenico delle cerimonie reali e una calamita per milioni di visitatori.
La vera star del complesso è il Wat Phra Kaew, conosciuto come il Tempio del Buddha di Smeraldo. Al suo interno troneggia una piccola, ma incredibilmente venerata, statua di Buddha scolpita in un unico blocco di giada. Piccola sì, ma con un carico spirituale immenso: è considerata il simbolo sacro più importante del Paese.
I giardini curatissimi e i cortili del Palazzo offrono un mix affascinante di architettura tradizionale thailandese e tocchi esotici che ti fanno sentire in una fiaba dorata. Torri scintillanti, mura affrescate e padiglioni decorati ti accompagnano mentre ti sposti da un’area all’altra. Peccato solo per il caldo implacabile, con il cielo bianco che amplifica l'effetto forno.
La nostra guida, impermeabile al sole e alla fatica, insiste nel chiederci di posare per foto di gruppo davanti a ogni angolo. "Così ci ricordiamo questo momento speciale," ripete, mentre io cerco di non sciogliermi nel mio outfit con spalle e ginocchia coperte, nel rispetto del codice di abbigliamento. Nonostante il sudore, il caos e le infinite pose, il fascino del Palazzo Reale è indiscutibile: è uno di quei luoghi che non dimentichi, anche quando torni a casa.
Il nostro itinerario prosegue con la visita al Wat Pho, uno dei templi buddisti più celebri di Bangkok, famoso per il maestoso Buddha Sdraiato. Lungo ben 46 metri e alto 15, questa statua ricoperta d'oro rappresenta il Buddha in posizione di riposo, con la serenità del volto che sembra quasi contagiosa. I dettagli non passano inosservati: le piante dei piedi sono intarsiate con madreperla, raffigurando simboli sacri che rappresentano l’illuminazione.
Dopo questa immersione nella spiritualità thailandese, lasciamo la terraferma e ci imbarchiamo per un tour dei canali di Thonburi. Situati sulla riva occidentale del Chao Phraya, questi antichi corsi d’acqua – o klong – erano un tempo il cuore pulsante della vecchia Bangkok, prima che la capitale venisse spostata sulla sponda opposta nel 1782.
Attraversando i canali su una longtail boat, si entra in un mondo che sembra immune al passare degli anni: villaggi su palafitte si affacciano sull'acqua, famiglie stendono il bucato o pescano direttamente dai canali, e i venditori ambulanti remano su piccole barche cariche di frutta tropicale. È un’atmosfera autentica e senza tempo, in netto contrasto con il caos moderno di Bangkok.
Il tragitto è un continuo alternarsi di quiete e vivacità : si passa da scorci di vegetazione lussureggiante a templi nascosti e mercati. Uno dei momenti più suggestivi è l’arrivo al Wat Arun, il Tempio dell'Alba, che si erge come un faro dorato sulle sponde del fiume.
Se Bangkok è una città in continuo movimento, Thonburi è il suo lato più lento e contemplativo, e scendiamo dalle longtail boat decisamente più rilassati. Anche perché abbiamo grandi piani per la serata: non si sa ancora dove, ma pare proprio che andremo a ballare.
0 Commenti