Firenze, day 1


Stazione Centrale è un luogo esotico ricoperto di lucine, dove facciamo colazione con un caffè e una brioche asciutta che non riesco a mandare giù.
Sul Frecciarossa siamo seduti con una Giovane Coppia con Pupo. Il Pupo cerca di scalare la Giovane Madre per scrutare l'orizzonte, il Giovane Padre mi offre un pacchetto di Pavesini al vantaggioso prezzo di cinque euro.
Quando arriviamo a Santa Maria Novella devo ancora entrare nel mood.

Ci prendiamo un hot dog in un pub davanti al Duomo, gestito da due ragazzi spagnoli che si chiamano "tonto" a vicenda, mentre spinano birra dietro al bancone. Vorrei chiedere se posso fotografarli, ma non lo faccio. E per questo mi sto ancora mangiando le mani.

Fotografo tutto. Non voglio rinunciare a nessuno dei must del Fucking Tourist.
Tentiamo di entrare agli Uffizi e ci riusciamo, in meno di mezz'ora, senza prenotazione. Ne siamo talmente compiaciuti che, nei giorni successivi, passiamo apposta lì davanti e percorriamo tutta la coda (di due o tre volte più lunga) per condividere il nostro compiacimento con la gente in attesa:

«Nooo, guarda che coda!»
«Meno male che non siamo venuti oggi, sennò non saremmo entrati mai»

e cose così.

Gli Uffizi sono fichissimi. Ci rimaniamo per tre ore, in cui parlo quasi ininterrottamente, introducendo le opere più famose con «Oddio, all'università mi hanno fatto un culo così con questo quadro!», commentando le pettinature dei mezzibusti delle matrone romane e ricollegandomi all'attualità: «Guarda, quello lì è uguale a Bruno Vespa!».

Compriamo dell'acqua in una macelleria egiziana, così fredda che sembra ghiacciarmi il cervello, e torniamo alla nostra stanzetta d'albergo. Mi addormento subito in diagonale sul letto. 

Usciamo per procacciarci qualcosa da mangiare. Qualcosa come quattro portate.
Ho l'energia e la parlantina di Fiorello negli anni da animatore Alpitour.
Poi torniamo nel pub smandrappato degli spagnoli per bere qualcosa. C'è un balconcino che dà sulla piazza, fa un po' freddo ma è totalmente perfetto.

Sono così di buon umore che non mi arrabbio nemmeno quando torniamo in camera e ci accorgiamo che manca la corrente.


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