Giorno 23 - Bogotà

 

Di Bogotà mi restano (per ovvi motivi) pochissime foto.

Quando gli IT rompono le balle sull'importanza di fare il backup, beh, hanno pienamente ragione. È importante fare il backup.

Svegliarsi senza il suono della sveglia è strano. Ho dormito pochissimo, ma ero intimamente convinta che sarei rimasta a letto, così alle sette apro gli occhi, mi faccio una doccia e mi vesto. Mi sto asciugando i capelli, quando mi bussano per accertarsi che mi sia alzata.

È l'ultimo giorno del nostro viaggio. Mettiamo gli zaini in deposito. Rimarremo in giro per Bogotà fino alla sera, poi andremo all'aeroporto e partiremo verso la mezzanotte.

Fuori c'è il solito freddo umido da cappuccio sulla testa.

 

Prendiamo la funicolare per salire fino all'Eremo di Monserrate. Il vento ci taglia la faccia, da lì si vede tutta la città che si allarga in una massa enorme e disordinata di tegole rosse e grattacieli.

Compriamo ancora qualche calamita trash, per noia e per smaltire i pesos che ci sono rimasti nel portafoglio. Ci sediamo in un bar per assaggiare il tè caldo alle foglie di coca. Sa di fieno.

Buttiamo gli zaini sul nastro nero dei bagagli per un'ultima volta e nelle tre ore successive barcolliamo in giro a gruppetti per l'aeroporto El Dorado, mangiucchiando qualche schifezza come cena e parlando di cose poco importanti.

Ci compriamo delle Club Columbia con gli ultimi pesos, e andiamo ad imbarcarci.

 

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