Giorno 13 - La Piscina


Festeggiamo il ferragosto con una bella cena, seduti a un tavolo con addirittura la tovaglia.
E pure il rum. Sulle amache pulite, ci sembra di dormire quasi bene.

Ci svegliamo contenti e andiamo ad aspettare in spiaggia il gruppo di ritorno dalla Ciudad Perdida.
Siccome non stiamo rischiando la vita già da alcune ore, decidiamo di andare a fare il bagno in una spiaggia dove è vietata la balneazione. I cavalloni erano troppo divertenti per rinunciare.
Mentre usciamo dall'acqua, ridendo e con il fiatone, li vediamo arrivare.

«Abbiamo riconosciuto il tuo pareo!»
«È il pezzo forte di questo viaggio, ormai sta in piedi da solo»

Ce li abbracciamo tutti.

«Quanto vi siete abbronzati, che stronzi!»

Il chioschetto degli indios prepara il miglior arroz de camarones che abbiamo mangiato fin qui, anche se è meglio non soffermarsi troppo sulle norme igieniche di base. Per esempio, le lattine di birra galleggiano nell'acqua che riempie un freezer senza corrente. Ogni tanto ci buttano dei blocchi di ghiaccio, per rinfrescare.

Fino alle 16 la corrente è staccata e l'acqua è chiusa, così ci diamo una lavata sommaria con qualche secchiata. Poi ripartiamo per il trek che ci porterà ai cancelli del parco, da cui partiremo per tre ore di trasferimento verso Riohacha, in 18 su un mezzo omologato per 10.

Mi sono appena ricongiunta al mio zainone con qualche panno ancora veramente pulito, che ci dobbiamo già riseparare: lui rimarrà a Riohacha, io andrò nel deserto della Guajira per due giorni, con lo zaino piccolo, in cui tra l'altro dovrò far stare una quantità di cose incompatibile con la sua capienza.

L'emozione di dormire in un letto vero è così forte che non dormo.

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