Giorno 1 - Malpensa/Bogotà


È stata una settimana pesante, niente è andato secondo i piani e mi sono ritrovata a correre da Tezenis alle 19 con le braccia piene di mutande. Alle 23 seduta sul tavolo a fianco di un cartone vuoto della pizza a cucire (male) lo strappo del mio vecchio Invicta Axial nero slavato con un filo giallo fluo (?)
Sono partita praticamente in after.

Allo scalo di Madrid si è già costituito un sottogruppo di cinque problematici, di cui faccio parte: quelli indisciplinati, quelli che rimangono indietro, quelli che dicono le cazzate. Menomale.

A Bogotà fa un freddo cane. Non ho dormito neanche un minuto e sto delirando dalla stanchezza. Quando mi sono alzata per avvicinarmi agli imbarchi, non mi sentivo il pavimento stabile sotto i piedi. Credo ci sia uno sciopero, non lo so. Tutti gli aerei sono in ritardo, i gate murati di gente arrabbiata. Mi sono messa addosso tutti i vestiti che avevo nel bagaglio a mano, stratificati, e ho ancora freddo. Mi addormento storta, abbracciata allo zaino, con il cappuccio della felpa sollevato e avvolta nel sarong verde, mentre aspetto il volo interno che ci porterà in un posto che non ricordo più. Gli altri dormono storti in posizioni diverse, lì vicino.

Non noto niente della finca dove ci portano a dormire, a parte il cortile quadrato e l'acqua della doccia, fredda.
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