Dormiremo da vecchi


«Aprite le orecchie: le storie sono come i palazzi. Se faccio un palazzo, da dove comincio, dal tetto, dalle fondamenta o dai colpi di scena?»
Io, Pino Corrias non sapevo neanche chi fosse. Però Amazon mi ha proposto di comprare il libro, e aveva quel titolo lì, che non si capiva se mi prendessero per il culo o mi avessero profilata benissimo.
Ho scelto la seconda, e l'ho comprato.
«Non ti ci mettere anche tu. Ho già la maledetta ulcera che mi brucia l'anima.»
«Somatizzi.»
«Cazzo, sì, somatizzo la vita.» 
Dentro c'è il cinema, un produttore, uno sceneggiatore e un'attrice.
Ci sono degli appartamenti lussuosissimi pieni di stanze vuote.
Ci sono Roma e Parigi, che sono bellissime.
E poi ci sono le persone, che in qualche modo riescono a sporcare ogni cosa, soprattutto quelle bellissime.
E tutte queste persone stanno insieme per dei rapporti malati, chissà fino a che punto e quanto in buona fede.
Tutto si può comprare, se l'offerta è abbastanza alta, e niente ha valore. La verità non esiste, o se esiste non si sa più qual è. Basta che sia raccontata bene.
Corrias scrive come piace a me. Non so se dire bene, dico come piace a me. Che comunque per me è bene.
Questo libro è come avere delle fitte allo stomaco.

Lo sente. Gli dice: «Non ho tempo». «Sì che ce l'hai. E se non ce l'hai lo trovi.» «Ho sonno.» «Sonno? La vita scappa e tu hai sonno? Il sonno non esiste, cristo santo: dormiremo da vecchi.»
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