Day 15, Equator Point


(La notte in tenda non riuscivo a dormire per il freddo, e ho riletto Cavie. La storia della Baronessa Assiderata, nel buio e con gli animali selvatici che correvano fuori, faceva una paura!)

All'alba mi sono svegliata completamente vestita con quello che avevo addosso il giorno prima, e il piumino leggero con la zip tirata su fino alla gola.
Siamo strisciati fuori dalle tende con i nostri bagagli bitorzoluti, preparati al buio per essere imbarcati sull'aereo, sforzando le cerniere, e abbiamo caricato il van per l'ultima volta. Nessuno l'ha detto, ma tutti l'abbiamo pensato.

Alla luce del giorno, il ristorante nella savana era quasi ancora più carino, aperto, tutto di legno e con le scimmie che correvano sugli alberi intorno.
C'erano i pancake, il pane (tostato!) e addirittura il burro di noccioline.
Mai dimenticarsi di godere delle piccole cose.

Abbiamo fatto un ultimo safari con le valige, in scioltezza. Le zebre ci guardavano annoiate e leggermente perplesse. Sembrava che si mettessero in posa. E a me sembrava pazzesco che potesse esistere un animale con il pelo a strisce bianche e nere, innaturale, come i capelli verdi con cui era nata Rosa la Bella.

All'Equatore per la seconda volta, abbiamo fatto altre foto in pose cretine e ci siamo seduti a mangiare al ristorante. E per una volta, pazienza se in Uganda tocca aspettare quasi un'ora per un piatto di patatine fritte.
Ho comprato una casacca da calcio della nazionale con lo stemma tarocco della FIFA, e delle fasce di cotone colorato da legare nei capelli.

Siamo arrivati a Entebbe nel tardo pomeriggio. Con Giada, Sara e Vanessa abbiamo diviso una stanza tutta per noi in una bella guest house. Quando ci hanno dato le chiavi abbiamo iniziato a saltellare, gridare, abbracciarci e darci i cinque indicando cose tipo il box doccia e la tazza del cesso. Solo dopo abbiamo realizzato a quanto fosse socialmente inappropriato.
Per prima cosa, mi sono bevuta un'acqua frizzante in veranda, sulla sedia di vimini.

"Hai già cambiato faccia, guarda, sei già come nuova"
"È l'idea che tra poco mi lavo"

Dopo, non facevo che ballare e cantare "Sono pulita, guardami, sono pulita!"

Abbiamo raggiunto gli altri per una delle cene peggiori di tutta la nostra permanenza e siamo rimasti un po' intorno al fuoco.
Poi, siamo tornate nella nostra veranda a farci uno shottino di Amarula sotto gli occhi fosforescenti di Simba, il rottweiler enorme e lucido della guest house.
A mezzanotte siamoandati in aeroporto.

"Potevamo farci un selfie, tutte quattro sdraiate sul lettone"
"È vero, che peccato. Eravamo carine"
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