La Baronessa Assiderata


Le ultime parole del ragazzo furono: «Ho fatto una cazzata. Non posso rimediare. Vero?».
Ecco come la signorina Leroy trovò Olson Read quella notte. Ma peggio. La neve dietro di lui, fresca e farinosa, era scavata tutt'intorno da solchi di bava.
Tutt'intorno alle sue grida, disposti in cerchio dietro di lui, la signorina Leroy vide uno sciame di occhi gialli. La neve pressata in impronte di ghiaccio dalle zampe dei coyote. Le impronte con quattro dita dei lupi. Fluttuanti intorno a lui, i musi scheletrici dei canidi selvatici. Ansimanti dietro la nuvoletta bianca del loro fiato, con le labbra nere tese lungo il muso. I denti aguzzi, stretti, serrati a contendersi brandelli dei pantaloni bianchi di Olson, le gambe lacere dei pantaloni ancora fumanti del loro contenuto bollito vivo.
Un attimo dopo, gli occhi gialli non ci sono più, e quel che resta di Olson è tutto ciò che resta. La neve sollevata dalle loro zampe posteriori brilla ancora sospesa nell'aria.

Di internet mi piace il fatto di poter avere qualcuno con cui parlare di notte, quando torno a casa. Con la pancia piena di pizzoccheri. Del caldo e della sonnolenza che viene con la testa buttata all'indietro a guardare le travi bianche del soffitto di una mansarda o del gesto di raccogliersi i capelli, che un po' mi mancava.
Di internet mi piace anche il fatto che se leggo una storia di paura al buio, con solo lo schermo del kindle a fare luce, poi alla fine riesco a dormire lo stesso.
Anche se è quella della Baronessa Assiderata.

Non c'è nulla, laggiù nel bosco, avrebbe poi detto la signorina Leroy. Nulla di malefico. Solo qualcosa di tristissimo e desolato. È Olson Read che non sa, che ancora non capisce dov'è che ha sbagliato. Non sa dove si trova. Qualcosa di così terribile e desolato che persino i lupi, i coyote, sono spariti da quella sponda del White River.
Ecco come funziona un racconto del terrore.
Riecheggia una qualche antica paura. Ricrea un terrore dimenticato. Qualcosa che ci piacerebbe credere di aver superato diventando adulti. Ma che ancora sa terrorizzarci fino alle lacrime. È una ferita che speravi si fosse rimarginata.
Ogni notte è disseminata di storie così. Di questa gente che vaga, gente che non può salvarsi ma non vuole morire. Li senti la notte, gridare laggiù, a monte della Faglia del White River.
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