Veloce come il vento


"Nostro signore del sangue che corre nel buio delle vene, reggi il mio braccio sul volante, regola la forza dei miei piedi su acceleratore e freno, proteggimi, e fa che niente mi accada."

Quanto è poetica la zarroganza.
Quanto è bella la campagna di Imola, il casolare mezzo diroccato, il rombo dei motori, il sudore freddo sulla schiena e questo Stefano Accorsi pazzesco, con le ciabatte e i denti marci.
Tre quarti delle sue battute sono precedute da "vaccaboia".
Mi è piaciuto, era credibile.
Mi è piaciuto anche l'undercut azzurro della ragazzina.
Dopo aver visto il film, avevo voglia di scendere in strada a sgasare e fare testacoda.
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