Hannibal


«I've changed, you changed me»

Prima degli zigomi aguzzi e della linea demoniaca della bocca di Mads Mikkelsen, ero sicura che Hannibal Lecter fosse imprigionato dentro Il silenzio degli innocenti come in una cella imbottita. Questo, prima di vederlo affettare un polmone in una bella cucina, con una lirica in sottofondo.
Potrei scrivere solo Mads Mikkelsen per quattromila battute, ma cercherò di evitare.
Tutto in questa serie è bellissimo e seduttivo ai massimi livelli. La regia dovrebbe essere un caso di studio. La fotografia è quasi rinascimentale, con dei colori ricchissimi e le ombre compatte e pastose. Ci sono tutte le tonalità del sangue, fino a quando diventa quasi nero.
Fa venire fame. È morboso in un modo chic. I dialoghi sono disturbanti, quasi ermetici. 
Non posso pensare di aver visto l'ultima puntata.
Se davvero finirà così, però, che ricordo che si lascerà dietro.


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