Lost in translation


Let's never come here again,'cause it would never be as much fun.


Di Lost in translation mi sono innamorata già dai titoli di testa, quando l'ho visto la prima volta nel 2003. Forse non avevo nemmeno capito il perché, visto che avevo solo quindici anni.
C'è Tokyo, allucinata di neon, videogames e karaoke, i doppi vetri che fissano i grattacieli, i letti sfatti delle camere d'albergo e il bancone nero di un bar. È quasi sempre notte, e ci sono due persone che non dormono e passano molto tempo insieme.
Di Sofia Coppola mi piace la delicatezza. Di questo film mi piacciono tutte quelle cose che le persone fanno o si lasciano fare quando provano qualcosa l'una per l'altra.

Nel 2003, tutti non facevano che chiedersi cos'è che Bill Murray diceva nell'oreccho di Scarlett Johansson.
Secondo me non è importante.
L'importante è che in una strada affollata, in cui nessuno bada a loro.
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2 commenti :

  1. è incredibile come approvi tutte le tue recensioni!! Lost in Translation l'ho trovato anch'io straordinariamente dolce.. e nonostante dipinga una Tokyo futuristica e avulsa dalla realtà mi ha convinta ancora di più del mio amore per il Giappone.

    e sì, come sempre hai ragione, contava solo quell'intimo sussurro, non il suo contenuto.
    S.

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    Risposte
    1. Hai approvato anche la stroncatura di Divergent?

      Tokyo mi ispira tantissimo, è da un po' che medito di andarci. Però questa estate credo che rimarrò in Europa.

      Sai, a me piace Sofia Coppola soprattutto per questo film.

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