Secondo Tempo


Trenta gradi, cielo terso e Milano strana alle cinque di pomeriggio.
Il cofano aperto di una Porshe, il meccanico che ci rovista dentro fino ai gomiti, le serenate di un ragazzo con la chitarra dentro uno stanzino incasinato e aperto sulla strada. Fruttivendoli colorati, baristi campani e caffè troppo caldi, drogati, bambini con la maglietta di DeRossi. 
Il primo tempo l'ho ascoltato nel traffico, con l'autoradio. Dopo sarei uscita, cercando di convincermi di non saperne niente.
Le zanzare mi hanno mangiata viva, e alle cinque del mattino sono stata svegliata da un crampo.
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