Mi ricordo gli appuntati con la busta marrone con le tracce dei temi, i sampietrini sul vialetto, la luce verde che filtrava tra gli alberi del viale e la penombra dentro, con quelle file lunghe di banchi, uno dietro l'altro.
Mi ricordo i capelli grigi e lisci della commissaria esterna di greco, l'inchiostro sbavato dei timbri del Ministero e il caffè che avevo bevuto subito prima.
Un po' ero contenta: alla fine era un modo per andare via.
È così è stato. Dopo, più niente è stato uguale a prima.
anche a me la maturità mi innesca un moto melanconico.
RispondiEliminae mi sento vecchia.
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