Interrail: SEVILLA, day 11


Una delle principali questioni più sentite dell'Interrail è il bucato. Dal momento che attualmente non ho più reggiseni e pantaloncini puliti, diciamo pure sentitissima. Perché è acile dire "mi porto quattro cose, tanto lavo" (riesco anche a dire "li vuoi quei kiwi?"), ma tra dirlo e farlo ci stanno di mezzo lande desolate di scazzo.

Perché dai, appena torni in ostello, vuoi non farti prima una doccia? Vuoi non metterti un attimo sul letto e non alzarti mai più? Vuoi non controllare due notifiche? Insomma, l'idea di non lavare niente e andare da Tezenis diventa molto allettante.

Poi, una volta che lavi, il dubbio atroce è sempre SE (ma anche DOVE, COME, QUANDO) la roba asciugherà.

Nel bagnetto triste dell'ostello di Barcellona non è asciugato niente, e il bucato aveva preso lo stesso odore del Barrio Gotico.
A Valencia il problema erano le lavatrici che si caricavano a spicci e neanche un cane che riusciva a cambiarmi 5. Però c'era una terrazza e delle lavatrici, e quando queste due condizioni si verificano DEVI lavare.
A Siviglia fanno 40 gradi e la roba asciuga da Dio, quindi la prima cosa che ho fatto è stata tirare il filo da bucato sul balconcino.

Domani parto per Madrid, non ho più pantaloni puliti e il mio pezzo di sapone di Marsiglia si è quasi estinto.
Per fortuna, in Spagna ci sono ancora i saldi. 
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