Interrail: GRANADA, day 8


A un certo punto della cena di ieri sera, un ratto lungo quanto il mio piede si è messo a scorrazzare tra i tavoli, e a me non andava giù più il gazpacho. Alzarmi e scappare sembrava maleducato, così ho cercato di finirlo e chiedere in fretta il conto.

La cuccetta del treno notturno era carina, anche se sono stata svegliata da un paio di incubi, probabilmente dovuti al gazpacho, prima con dei coyote rabbiosi e poi con un tizio molto brutto che entrava nella cuccetta.

Comunque, stamattina reggere il verticalone è stato un dramma, e gli avvoltoi mi hanno volteggiato sopra la testa per quasi tutta la strada dalla stazione all'ostello, mentre con un filo di voce ripetevo cose come "muoviamoci, ché non ce la faccio più", oppure "questa città fa schifo". 

Invece non è vero che fa schifo.
Abbiamo dormito tutto il pomeriggio.  Mangiato empanadas in un parco e cenato in un ristorante marocchino. Bevuto in un posto dove spinano la birra dalla schiena di un templare.
E l'ostello ha un patio, e io adoro i patio.
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