Sweet Nothing


But I'm tired of hope with nothing to hold

Qualcosa, alla fine, è successo. L'aria ha cominciato a scaldarsi e a prendere quell'odore denso che prende sempre alla fine di giugno. Mi riempio le giornate di cose non troppo trascendentali. Riesco abbastanza bene. Vado a correre anche se ci sono trentuno gradi, con i vestiti che mi si appiccicano addosso, perché, se non devo andare da nessuna parte, preferisco andarci di corsa. Porto solo shorts di jeans e mi dedico a estenuanti sessioni di decluttering, in cui butto via vestiti di quando non mi volevo scoprire e non mi volevo bene a sufficienza, maglioni con i gomiti sfondati, calze con i buchi e biancheria di pizzo lavata troppe volte. Ci sto provando davvero e mi sembra di riuscirci abbastanza bene. Anche se al supermercato, quando pago i miei due pacchi di caffè e il barattolo di burro di noccioline e nient'altro, mi guardano strano. Anche se due sere fa mi è entrato dalla finestra un grasso coleottero, e io gli ho scaricato addosso mezza bomboletta d'insetticida e sono scappata. E il cadavere l'ho rimosso solo stasera, perché la notte scorsa l'ho sognato e la cosa non poteva più andare avanti. Ho dovuto spostare il letto. Mi piacciono lo stesso, però, le finestre aperte di notte.


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