Firenze, day 2


Non ho quasi chiuso occhio. Non ho capito quale fosse il problema e, a un certo punto, ho iniziato a innervosirmi. 
Cerco di ritrovare la pace interiore al tavolino della colazione, asfaltando di burro le fette di pane tostato e ricoprendo con cura il tutto di marmellata di fragola.

Firenze è umidiccia. Ma noi camminiamo e camminiamo. Mentre io, tanto per cambiare, parlo e parlo. A Santa Maria Novella, dove sostengo calorosamente la teoria che molte reliquie siano in realtà ossa di pollo, alle Cappelle Medicee, dove recupero le opinioni di Foscolo sul puzzo di morte delle chiese medievali, poi finalmente si mangia, in un posto dietro al Duomo in cui, quando fai l'ordinazione, ti lasciano un foglietto con gli ingredienti da scegliere per pimparti il panino. Ovviamente, li abbiamo scelti tutti.

Il pomeriggio scarpiniamo fino a Palazzo Pitti, facendo tappa lungo la strada alla Casa di Dante (dopo quasi cinque anni di Lettere è inevitabile) e in diversi negozi, da cui esco ogni volta senza aver comprato niente, ma sentendomi una persona migliore.

In camera, mi esibisco di nuovo nel numero "addormentarsi a tempo record con ancora le scarpe".
Per cena ordiniamo una fiorentina da mezzo chilo, innaffiata di Chianti.
Torniamo in albergo sghignazzando.
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2 commenti :

  1. Si ma cazzo, anche tu con la monogram di Louis Vuitton! Percccché, sant'iddio!?! PERCCCHE'!?!

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    1. L'avevo pescata dall'armadio di mia madre, mi serviva una cosa capiente.
      Adesso l'ho sostituita a una Frau comprata vintage, e insieme stiamo benissimo.

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